Ogni atto umano ha un tasso di
esposizione a seconda di quanto pubblico e privato esso sia. Sovente
opponiamo il pubblico al privato come se fossero due semplici
alternative, ma in realtà fra una e l’altra vi è una gamma di
gradi di esposizioni sociale. A un’estremità della scala troviamo
gli atti totalmente privati, le cose che si fanno da soli, come
defecarel, all’altra estremità quelli totalmente pubblici.
È una forma di iperesposizione
accidentale, cioè quelle azioni fatte da chi crede di essere solo e
non lo è. Quest’azione, come quella di pulirsi le orecchie e altre
forme di pulizia personale, è solitamente non esposta, cioè
limitata agli individui soli nelle loro stanza private. Per
l’automobolista che si infila le dita nel naso è chiara questa
distinzione, ma quando lo fa per qualche ragione l’automobile è
diventata una stanza privata. Così, se nonha passeggeri che
disturbano la sua solitudine, spesso si comporta come se si trovasse
in completo isolamento, anche se in realtà è perfettamente visibile
attraverso il finestrino. Oltre a infilarsi le dita nel naso lo si
puòvedere in altre azioni private, come muoversi in maniera strana e
muovere le labbra incontrollato a ritmo di musica, una cosa che se
fosse con qualcuno non farebbe. Anora una volta quando si sente solo,
isolato dal mondo esterno dalle pareti del suo territorio portatile,
perde le sue inibizioni. Questa iperesposizione è una temporanea
incapacità di adeguarsi ai gradi di esposizione.. l’autoinibizione
in pubblico è spesso soltante una questione di grado, e una volta
che l’osservatore si è sensibilizzato ai diversi gradi di
esposizione delle attività quotidiani può scoprire anche le più
piccole stonature.
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