giovedì 28 febbraio 2013

Perché ci si infila le dita nel naso?

È una forma di intimità con cui ci prendiamo cura del nostro corpo.
Ogni atto umano ha un tasso di esposizione a seconda di quanto pubblico e privato esso sia. Sovente opponiamo il pubblico al privato come se fossero due semplici alternative, ma in realtà fra una e l’altra vi è una gamma di gradi di esposizioni sociale. A un’estremità della scala troviamo gli atti totalmente privati, le cose che si fanno da soli, come defecarel, all’altra estremità quelli totalmente pubblici.
È una forma di iperesposizione accidentale, cioè quelle azioni fatte da chi crede di essere solo e non lo è. Quest’azione, come quella di pulirsi le orecchie e altre forme di pulizia personale, è solitamente non esposta, cioè limitata agli individui soli nelle loro stanza private. Per l’automobolista che si infila le dita nel naso è chiara questa distinzione, ma quando lo fa per qualche ragione l’automobile è diventata una stanza privata. Così, se nonha passeggeri che disturbano la sua solitudine, spesso si comporta come se si trovasse in completo isolamento, anche se in realtà è perfettamente visibile attraverso il finestrino. Oltre a infilarsi le dita nel naso lo si puòvedere in altre azioni private, come muoversi in maniera strana e muovere le labbra incontrollato a ritmo di musica, una cosa che se fosse con qualcuno non farebbe. Anora una volta quando si sente solo, isolato dal mondo esterno dalle pareti del suo territorio portatile, perde le sue inibizioni. Questa iperesposizione è una temporanea incapacità di adeguarsi ai gradi di esposizione.. l’autoinibizione in pubblico è spesso soltante una questione di grado, e una volta che l’osservatore si è sensibilizzato ai diversi gradi di esposizione delle attività quotidiani può scoprire anche le più piccole stonature.

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