giovedì 28 febbraio 2013

Perché in Italia al telefono si dice “pronto” e negli altri paesi “ciao”?

Generalmente i modi di rispondere al telefono derivano dalle formule che usavano i primi operatori telefonici. In Italia, quando il collegamento tra due interlocutori si attivava l’operatore avvertiva quello che aveva chiamato dicendo appunto: “Pronto!”, cioè “la connessione è pronta, puoi iniziare a parlare”. Negli Stati Uniti si risponde dicendo “Hello?” in tono interrogativo, come per dire “Si, chi parla?”. Alexander Graham Bell che brevettò il telefono nel 1876, nei suoi primi esperimenti chiamava: “Ahoy ahoy!”, per capire se qualcuno dall’altra parte del filo riusciva a sentirlo, come a dire: “C’è qualcuno?”. “Ahoy”, da cui deriva “Haloo” e poi “Hello”, era anche il segnale d’imbarco per i passeggeri che aspettavano una nave. Nel 1877 Thomas Edison, in una lettera al presidente della Compagnia del Telegrafo di Pittisburgh scrisse che secondo lui il modo migliore di rispondere al telefono era proprio “Hello”. Il suo consiglio fu sicuramente seguito, tanto che nel 1899 le operatrici telefoniche erano soprannominate “Hello girls”.
In Europa i primi telefoni arrivavano dall’America, e con loro anche i primi operatori che si occupavano dei collegamenti. Per questo ancora oggi in Francia si dice “Allo”, in Spagna “Hola”, in Cina “Wei” e in Giappone “Moshi moshi”. Tuttavia alcuni paesi seguono altre regole: in Germania si risponde dicendo come prima cosa il proprio cognome, in Inghilterra anche, oppure pronunciando il proprio numero di telefono, in Olanda al cognome si aggiunge il nome, in Russia si usa il francese “Allo” ma anche “Da”, cioè “si”, in Messico si dice spesso “Bueno” e in Spagna “Diga”, cioè “Parla pure”. Le risposte telefoniche più affettuose sono quelle dei Paesi arabi, dove come prima cosa ci si augura una giornata piena di bene e protetta da dio.

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